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Economia

Legge sulla crisi d’impresa – adeguati assetti

12 Luglio 2022

L’anno 2019 ha visto la nascita del Codice della Crisi dell’Impresa e dell’Insolvenza. Alcune disposizioni normative sono entrate subito in vigore, mentre altre sono state rinviate e modificate successivamente. Il testo di legge, con le modifiche apportate, entrerà in vigore il giorno 15 luglio prossimo.

Stiamo entrando in una nuova era, in tema di crisi di impresa, serve quindi un cambio di passo per gli imprenditori, per i consulenti ed i collaboratori, nella gestione aziendale. Sarà necessario per tutti gli attori focalizzare le proprie attività sulla valutazione degli equilibri economici e finanziari dell’impresa, nell’ottica di preservare la continuità aziendale.

E’ chiaro a tutti come non si possa prescindere da una gestione aziendale sana e corretta, anche dal punto di vista dell’assolvimento degli obblighi fiscali.

Anticipando i tempi, in questi giorni l’Agenzia delle Entrate ha inviato numerose lettere di compliance a coloro che non hanno pagato il proprio debito Iva risultante dalle dichiarazioni periodiche (importi da € 5.000). Questo non già per richiederne il pagamento, ma come invito all’imprenditore a mettersi in allerta in quanto potrebbe esserci qualcosa di critico nella sua gestione.

Queste lettere non sono una ingerenza nella sfera dell’azienda, tuttavia se un’impresa non assolve regolarmente le proprie obbligazioni, ciò significa che c’è qualcosa che non va.

In poche parole se l’imprenditore, il revisore ed anche il commercialista, non si sono resi conto del potenziale rischio sulla continuità aziendale, allora è l’Agenzia che si deve preoccupare ed intervenire.

Questo esempio è solo uno dei tanti che possono far emergere un rischio circa il principio continuità aziendale.

La complessità dell’ambiente dove opera l’impresa obbliga l’imprenditore ad una crescita della cultura aziendale. A spingere in questa direzione è giunto il legislatore con l’articolo 2086 del Codice Civile introducendo l’obbligo per l’imprenditore di dotarsi di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili, che siano in grado di intercettare possibili indizi di crisi (in vigore dal mese di marzo 2019).

Ora dal 15 luglio, il nuovo articolo 3 del D.lgs. 14/2019 definirà cosa si intende per adeguati assetti attraverso una check-list di 61 domande.

Non è questa la sede per affrontarne in contenuto, ma sinteticamente il concetto è questo. Non serve più, o non è più sufficiente fare controlli ed analisi su quanto è stato fatto, ovvero sui bilanci passati, ma è necessario ed obbligatorio, analizzare l’evoluzione prospettica aziendale e del suo business, fare analisi di scenario, analizzare i risultati gestionali di tipo qualitativo attraverso adeguati indici di controllo. Tutto ciò con un approccio in avanti “forward looking” magari con l’adozione di strumenti come la balanced scorecard.

Chiudiamo questo breve intervento con una indicazione sulle responsabilità.

E’ evidente che il cambio voluto dal legislatore ha conseguenze dirette circa la responsabilità degli amministratori, dei revisori e dei sindaci, sia a livello civilistico che penale derivante dalla eventuale mancata applicazione del comma 2 dell’art. 2086 e dei commi 1 e 2 dell’art 3 del D.Lgs. 34/2019. Potrebbero essere chiamati a rispondere personalmente, come previsto dal comma 6 dell’art 2476 del c.c. “Gli amministratori rispondono verso i creditori sociali per l’inosservanza degli obblighi inerenti alla conservazione dell’integrità del patrimonio sociale……”


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